Se vuoi approfondire le pubblicazioni clicca sul linkhttps://www.nardonegroup.org/bibliografia/
L’INFERMIERE STRATEGICO
Da vittima di un sistema ad attore protagonista dei Cambia-Menti Counsel Coaching breve in azione. Edizioni Mind
clicca sul link qui di seguito se vuoi acquistare
Il quotidiano vivere all’interno di un ospedale è frenetico, si corre dietro e contro al tempo; si assiste, si cura, si consola, si ascolta, si è protesi verso gli altri ed i loro bisogni.
Tutti chiedono qualcosa, pazienti, parenti, personale, Servizi, Direzione.
Si è per la maggior parte del tempo in modalità reattiva ricercando risposte da dare ed inseguendo problemi da risolvere, fino ad affrontare il problema della morte, che non è solo un problema di familiari parenti e amici, ma spesso diventa un problema anche per chi, seppur apparentemente in modo distaccato, la affronta nel lavoro quotidiano.
Percezione comune, seppur con pesi differenti in base a ruoli e competenze, è quella di sentirsi come svuotati alla fine di una giornata, si percepisce la fatica soprattutto della relazione continua con l’altro a volte il peso della comunicazione quando questa è fatta di incomprensioni, malintesi.
Spesso si trova nel lamento, l’espressione comune di insoddisfazione e di incapacità di reagire o non reagire alle proprie difficolta.
Non si pone la dovuta attenzione alle sensazioni di base percepite come la rabbia, la quale se socializzata, non può fare altro che prendere forza.
“Per modificare un’abitudine,
ne dobbiamo costruire sopra una più forte”.
Ciò che ognuno costruisce nel proprio quotidiano, dipende per lo più da fenomeni interni a noi stessi, più che da ciò che accade al di fuori di noi, la conseguenza è che se non diamo importanza guardiamo con occhi attenti a come funzionano i meccanismi che creano l’insoddisfazione ed il lamento, saremo noi stessi gli artefici di ciò che poi subiremo nel tempo.
Non possiamo, non tenere in considerazione, che siamo persone costituite da tre parti fondamentali che in omaggio a Georges Ivanovic Guerjieff, chiameremo “tre centri” fisico, emozionale, intellettuale e di come questi se portati all’equilibrio possano creare benessere alle persone.
Nel periodo vissuto, scandito dal ritmo pandemico, i più attenti si sono potuti rendere conto di quanto un obiettivo condiviso possa fare la differenza sulla motivazione di un gruppo di persone; di quanto la forza generata dalla paura affrontata, possa fare emergere potenzialità inaspettate in ognuno di noi.
“Il coraggio in natura non esiste, ma è la paura affrontata che ce lo fa incontrare”
Di fronte alla paura ci si può bloccare, ci si può trovare di fronte ad un’incapacità di reagire e di passare all’azione; ma forse in quel tempo pandemico, quando non si conosceva nulla del nemico e non si avevano strumenti per combatterlo, vi era in ognuno una paura più grande, che è stata in grado di attivare una nuova energia capace di contrastare la paura del quotidiano agire e che ha portato le persone a dare il meglio di sé attraverso l’effetto teaming, ovvero la squadra che trasforma la somma dei singoli componenti in una singola unità, poiché tutti vanno nella stessa direzione, un po’ come nel canottaggio con la tecnica di voga, dove la remata deve essere obbligatoriamente sincronizzata.
La pandemia ha fatto emergere, alla consapevolezza dei più attenti, molti degli aspetti che fino ad oggi soprattutto nel mondo ospedaliero erano considerati aspetti marginali, gli aspetti legati alla relazione d’aiuto non solamente quella riguardante il paziente.
Raffaella Martini Infermiera di Area Critica, Coordinatore Assistenziale di Struttura, AOU Maggiore della Carità di Novara e Counselor-Coach Strategico presso Scuola Diretta da Maria Cristina Nardone, offre una sua visione del mondo sanitario e di come il modello di Counsel Coaching e Problem Solving Breve Strategico, possa divenire strumento indispensabile per ogni professionista che operi all’interno di organizzazioni, al fine di migliorarne la performance.
Il termine Performance deriva dal Latino e significa “dare forma”.
In senso generico, performance sta a significare la realizzazione concreta di un’attività, di un comportamento, di una situazione determinata.
Non si può essere performanti solo in un determinato settore e solo occasionalmente. Ogni giorno, ognuno di noi dovrebbe superare il suo limite andando oltre sé stesso, sia nella vita personale che professionale, coltivando consapevolmente un atteggiamento resiliente.
Non si nasce né resilienti né determinati, ma si diventa tali attraverso l’esperienza reiterata nel fronteggiare difficoltà e frustrazioni in vista dello scopo prefissato.[1]
Non ci viene neanche insegnato dal percorso di studi che abilita alla professione di Infermiere né di Medico.
La resilienza è la capacità dell’individuo di resistere agli inevitabili urti della vita e alle frustrazioni personali e professionali, lungo un percorso tanto più elevato quanto più esposto a ostacoli e disagi.[2]
Se ci fosse la sensibilità nel prestare attenzione a questi aspetti attraverso strumenti di formazione ed aiuto concreto alle persone, probabilmente tutta l’organizzazione diverrebbe più performante a beneficio delle risorse umane, negli obiettivi da raggiungere, ma soprattutto a beneficio dei clienti/pazienti.
Vorrei accompagnare il lettore, all’interno della mia visione di questo mondo sanitario, offrendo spunti di riflessione ed invitandolo ad avvicinarsi al modello strategico Nardone con occhi curiosi e attenti, consapevoli che i problemi non finiscono, ma neanche le soluzioni.
[1] Nardone, Giorgio; Bartoli, Stefano. Oltre sé stessi (p.11). Ponte alle Grazie.
[2] Nardone, Giorgio; Bartoli, Stefano. Oltre sé stessi (p.10). Ponte alle Grazie.

VITA IN EMERGENZA
Prevenire e vincere il burnout gestendo strategicamente le emozioni. Edizioni Mind
Prefazione
di M. Cristina Nardone
Viviamo in un’epoca in cui il ritmo della vita quotidiana è sempre in accelerazione.
Mai prima d’ora abbiamo avuto così poco tempo per fare così tanto. Le richieste di massime performance lavorative aumentano, gli impegni e le responsabilità familiari si moltiplicano e le aspettative sociali si fanno sempre più pressanti, per cui il fenomeno del burnout è diventato una realtà allarmante e diffusa.
Questo libro, Vita in emergenza. Prevenire il burnout gestendo strategica-mente le emozioni, scritto grazie alla competenza e passione dalla mia collaboratrice e collega Raffaella Martini, esplora nelle sue pagine le radici del burnout, le sue manifestazioni e, soprattutto, le vie per superarlo, con il desiderio di offrire uno strumento pratico e accessibile a chiunque si trovi a fare i conti con lo stress cronico e l’esaurimento emotivo.
Non è un libro come gli altri: presenta un metodo di intervento rigoroso, applicato con successo a centinaia di casi, frutto di anni di studio, ricerca e pratica nel campo della comunicazione, della psicologia e della gestione delle emozioni, con il quale è possibile ristrutturare in tempi rapidi gli effetti nefasti della difficoltà umana nel vivere forti emozioni. La gestione delle emozioni è infatti una componente cruciale del nostro equilibrio psicologico e imparare a farlo in modo strategico può fare la differenza tra sopravvivere o vivere.
Questo libro è pensato per chiunque desideri comprendere meglio se stesso e sviluppare una maggiore resilienza emotiva. Le tecniche e le strategie qui presentate sono state testate e validate in vari contesti, rendendole applicabili a una vasta gamma di situazioni personali e professionali.
Vita in emergenza si distingue inoltre per numero di esempi concreti di casi reali e per i risultati ricavati da interviste condotte con professionisti sanitari, carabinieri e vigili del fuoco. Questi contributi offrono una visione autentica delle emozioni che questi professionisti provano quotidianamente, arricchendo il testo con prospettive uniche e toccanti. Attraverso i capitoli di questo libro, esploreremo insieme i meccanismi, dello stress, delle emozioni, impareremo a riconoscerle e a gestirle in modo efficace ed efficiente.
Il testo si inserisce nei “Saggi di Counsel Coaching Strategico”, una collana pensata per dare strumenti concreti e riflessioni approfondite a chi è impegnato nel suo complesso percorso di crescita personale e professionale, con l’obiettivo di offrire una guida preziosa non solo per affrontare ma soprattutto imparare a prevenire il burnout, poiché, come scriveva Bernardino Ramazzini, medico e scienziato visionario vissuto nel Seicento, “prevenire è di gran lunga meglio che curare”.
Vita in emergenza rappresenta un tassello fondamentale di questa visione, offrendo una combinazione di analisi scientifica, esperienze pratiche e strategie innovative per gestire lo stress e recuperare il benessere psicofisico.
Vi invito quindi a immergervi nella sua lettura e a intraprendere un percorso di recupero e/o di crescita che vi permetta di affrontare il futuro con rinnovata fiducia e serenità, perché, come ripeto sempre ai miei clienti, se esiste un problema esiste anche la sua soluzione.
Spero che questo libro diventi per voi un compagno di viaggio prezioso per migliorare la qualità della vostra vita. Prevenire non è solo una questione di ridurre lo stress, ma anche di coltivare un atteggiamento ed un “pensare strategico”, in modo da poter “prevedere per provvedere e, di conseguenza, prevenire” invece di correre sempre ai ripari di fronte alle sfide quotidiane.
Buona lettura e buon viaggio di scoperta.
