ISTANTI E DECISIONI

“L’istante dell’Infermiere.

A volte così eterno.

Vivo questa professione in continuo mutamento da oltre vent’anni.

È come un vestito fatto su misura e che non passa mai di moda, non mi stufa, ogni giorno si rinnova.

I mutamenti sono parte integrante della professione e della vita di ognuno di noi.

L’arrivo è la consapevolezza proprio dell’’istante che tra un attimo non c’è più.

Inizio questo scritto senza sapere dove mi porterà, proprio come un turno di lavoro, come la quotidianità.

Quali sfumature di colori, di emozioni, di gioie, di paure, di dolori mi porterà. 

Arriveremo alla fine di un nuovo inizio e di un nuovo istante.

Tutto ha inizio in un istante e non sai bene il perché.

L’istante della tua nascita reale, ma anche professionale. Tutto in un istante.

L’incognita, il timore, il desiderio di conoscenza, la voglia di capire, la ricerca della consapevolezza.

Tutto nasce da un istante.

È quello il momento che va vissuto.

Istante dopo istante la vita va avanti senza chiedere il nostro permesso che ci piaccia o no.

E ci si ritrova a fare delle scelte spesso ci si ritrova ad un bivio, soli ed impauriti.

Scelte per la nostra o per la vita altrui, scelte da fare sempre in un istante perché poi è troppo tardi ormai.

L’allarme della ragione ci indica la necessità di dover fare una scelta, l’allarme assordante del monitor in Terapia Intensiva richiama l’attenzione e ci porta ad una scelta.

All’inizio tutto sembra surreale, hai a che fare con gli istanti delle vite altrui, da piccolo con i problemi dei grandi che non ti riguardano, all’inizio della carriera quasi vestito da super eroe hai sempre a che fare con gli istanti delle vite altrui e quasi non badi ai tuoi.

È solo un problema che mi trovo a gestire ma che non mi riguarda, la sofferenza, e tu giovane infermiere, giovane donna o uomo te ne puoi far carico, tu puoi prenderti cura degli altri, te lo hanno insegnato, tante tecniche tante, ma forse è dentro di te, forse era scritto prima della tua nascita proprio in quell’istante.

Quando arriva quel folletto che reclama la pelle di qualcuno, quando arriva il capolinea, quando arriva quella nera Signora, quella con la falce che pareggia il campo di grano, proprio lei, quella che negli anni del l’adolescenza era così sublime da guardare in faccia senza timore, così poetica e tenebrosa da affrontare con il cuore gonfio di certezze sulla rianimazione cardio polmonare e di coraggio, perché a te non può capitare di incontrarla.

Tu assisti stai crescendo professionalmente ti riempi di studi di corsi, di specializzazioni e non puoi farne a meno, ti senti invincibile, ti ritrovi a volare su un’eliambulanza, portando ciò che sei diventato su una montagna, al lago, su un’autostrada, interrompendo con il frastuono di un rotore momenti di spensieratezza tramutati in tragedia, scenari difficili sia tecnicamente sia emotivamente ed incominci a sentirti a volte impotente, sto forse perdendo i poteri o sto solo crescendo?

Non lo so, ma là in quella lamiera accartocciata c’è una vita o forse la nera Signora e tu sei arrivato troppo tardi, troppi istanti dopo. 

C’è confusione e stanchezza nell’affrontare ogni giorno situazioni troppo grandi, istante dopo istante anni dopo anni vissuti nella sofferenza e nella sempre maggiore consapevolezza che siamo solo qui ora, il resto è un’incognita.

Siamo qui ora responsabilmente e consapevolmente.

Responsabilconsapevolmente….

L’ho capito e voglio consapevolezza in questa professione che vesto con passione ed eleganza, ma che ora mi chiede altro, più comprensione, mi chiede di condividere la motivazione, mi chiede il confronto, mi dà libertà e mi chiede responsabilità.

L’istante dell’Infermiere a volte così eterno quando si avvicina alla malattia senza la veste da supereroe e non la vede più così lontana, l’istante dell’attesa della speranza della guarigione, voglio il cambiamento perché non sappiamo quanti istanti rimangono e non lo sapremo mai.

Oggi Voglio di più!

 Voglio più istanti, tutti i miei istanti”.

  R. Martini